Like a Dragon: Ishin! - Un'affascinante rappresentazione storica
Ryu Ga Gotoku, conosciuto in occidente come Yakuza e recentemente Like a Dragon, è attualmente una delle serie di punta di SEGA. Creata nel 2005 da Toshihiro Nagoshi, la serie ha avuto tantissime difficoltà ad imporsi nel mercato occidentale: per 10 lunghi anni è stato un tentativo disperato da parte di SEGA di cercare di risvegliare l’interesse in questa serie in un mercato che sembrava o ignaro della sua esistenza o disinteressato perché guidato dall’errata convinzione che si trattasse di un clone giapponese di Grand Theft Auto. Io stesso ho avuto questa errata convinzione per lungo tempo.
È stato all’alba del decimo anniversario della serie, con l’uscita di Yakuza 0 su una Playstation 4 ancora agli albori, che la serie ha avuto un inaspettato decollo e ancora adesso sta andando fortissimo e tutti i giochi sono facilmente reperibili su qualsiasi dispositivo, e si stanno persino muovendo i primi passi per portare la serie su console Nintendo.
Nonostante tutto questo successo vi erano ancora due grandissimi mancanze nel mercato occidentale. Ryu Ga Gotoku: Kenzan e Ryu Ga Gotoku: Ishin. Questi due spin off sono ambientati in due diversi periodi del giappone feudale, e ambivo di giocarli solo perchè era molto raro vedere giochi ambientati in quel periodo storico che non sfocino nel fantasy. SEGA, però, sembrava molto titubante sul potenziale di vendita di questi giochi, specialmente per Kenzan, che essendo un gioco del 2008 potrebbe avere avuto bisogno di uno svecchiamento pesante.
Finalmente nel 2023, uno di questi due desideri è stato esaudito e Like a Dragon Ishin è finalmente approdato su PC e Console. Purtroppo non ho potuto giocarlo al lancio, ma quest’anno mi sono imposto di rimettermi in pari con il resto della serie, quindi se siete fan di Yakuza come me, questo blog potrebbe essere molto interessante per voi quest’anno!
Like A Dragon: Ishin!
Riguardo la Trama
Ryoma Sakamoto torna a casa nella sua città di Tosa dopo un lungo periodo a studiare l’arte della spada ad Edo. Al suo rientro si riunisce con suo padre adottivo Yoshida Toyo e il suo fratellastro Takechi Hanpeita, entrambi hanno fondato un movimento chiamato “Partito Lealista” il cui scopo è quello di espellere l’attuale regnante di Tosa, prenderne il controllo e cominciare un movimento per restaurare la società giapponese eliminando il sistema di caste, che da tempo affligge il popolo in uno schema di prevaricazione da parte delle caste più alte.
Yoshida Toyo viene però assassinato e Ryoma viene erroneamente scambiato per l’assassino del padre. Ryoma cerca di fare fronte al vero assassino ma la sua abilità con la spada non è sufficiente e l’assassino dal volto nascosto riesce a fuggire. Ryoma, sconvolto da tale azione, decide di lasciare Tosa e andare alla ricerca del vero assassino, non importa se fuggendo dal suo clan si macchierà di disonore, la vendetta ha un peso più importante.
Takechi tenta invano di dissuadere Ryoma da compiere questa scelta, coi suoi mezzi potrebbe riportare Ryoma nel partito lealista e cercare di proteggerlo, perché se c’è bisogno di portare avanti la volontà del padre c’è bisogno di entrambi. Ma Ryoma purtroppo ha già preso la sua decisione.
L’unico indizio che ha per trovare l’assassino è il suo peculiare stile di combattimento, uno stile chiamato Tennen Rishin, praticato in un particolare dojo di Edo e tutti i membri praticanti rimasti sono tutti legati alla Shinsengumi, un corpo speciale di polizia al servizio dello Shogunato per sopprimere i sostenitori dell’imperatore.
Ed è così che Ryoma Sakamoto, sotto lo pseudonimo di Saito Hajime, si infiltra nei ranghi della Shinsengumi per scoprire la verità sull’assassinio del padre. Quella che è iniziata come una storia di vendetta si evolverà in uno scontro che determinerà le sorti dell’intero Giappone. La situazione si complica ulteriormente quando emerge una nuova figura intenta a scatenare un enorme conflitto su larga scala: un altro uomo chiamato Ryoma Sakamoto.
La trama è prettamente un mistero e gestisce benissimo la tensione, Ryoma deve riuscire a navigare in questo mondo nascondendo la sua vera identità, in un contesto dove tutti sono naturalmente sospettosi di lui in quanto ultimo arrivato, in un periodo storicamente tumultuoso per il Giappone, che si sta vedendo catapultato dal feudalesimo al mondo moderno ad una velocità disarmante.
Fare fronte al cambiamento è il tema centrale di questa storia. Ryoma deve fare fronte alla tragica perdita di suo padre, alla separazione dal fratello il quale sta seguendo una strada che lui non può seguire perché contraria ai suoi principi, alla scoperta e realizzazione della verità dietro l’assassinio di suo padre e decidere quale sarà il suo ruolo in questo nuovo mondo.
Questa sensazione di confusione e paura del cambiamento è la forza trainante di tutto il resto del cast, dato che ciascuno in questa storia ha un’idea per il futuro del Giappone che è convinto sia la strada corretta: sia essa abbracciare il cambiamento, rifiutare il cambiamento o vendersi alle altre nazioni! Non importa se questo significherà sacrificare la propria identità, per loro il Giappone attuale non potrebbe mai avere un futuro.
Mi è piaciuto moltissimo soprattutto come si è evoluto il rapporto all’interno della Shinsengumi, fin da subito ero molto attento a chi poteva fra tutti il vero responsabile della morte di Toyo, chi tra questi sembrava effettivamente nobile e chi solamente un pazzo. La narrazione gioca magistralmente con i depistaggi e c’è tantissima tensione nel vedere Ryoma che cerca di agire secondo la sua morale mentre tenta disperatamente di non far saltare la sua copertura come Saito.
Quando poi finalmente i nodi vengono al pettine si crea un cast che tra di loro ha un grande cameratismo ed è bello vederli uniti insieme nella battaglia finale. L’unica critica che mi sento di muovere è che sembra alcuni misteri vengono risolti un po’ in fretta, come se si potesse avere un qualcosa di più, ma il tutto è stato sacrificato per fare spazio ad altri eventi storici chiave di quel periodo giapponese.
La storia è ambientata nel periodo del Rinnovamento Meiji, in cui il giappone sta affrontando la minaccia delle navi straniere che continuavano ad assediare le loro coste, e si è visto costretto a ristrutturare tutta la forma del paese in modo di sopravvivere senza diventare alla stregua di una colonia. Questo periodo non è stato per niente privo di conflitti interni.
Gli eventi storici non sono raccontati senza prendere alcune libertà: Sakamoto Ryoma e Saito Hajime, ad esempio, sono due persone diverse nella realtà, ma dalle ricerche che ho fatto sembra essere tutto abbastanza accurato nella sequenza di alcuni eventi. Per uno come me che non è mai stato esposto agli eventi storici del Giappone questo ha sollevato molto interesse sull'effettiva realtà storica del conflitto.
A livello di presentazione è stato anche molto divertente vedere i personaggi della serie Yakuza donare il loro volto a questi personaggi storici giapponesi, è come se nel contesto del loro universo si fossero messi tutti d’accordo per girare un film! È molto simpatico come dettaglio, anche se spesso e volentieri il confine tra i personaggi storici e i personaggi di Yakuza diventa quasi indistinguibile, specialmente con Soji Okita, personaggio “interpretato” da Goro Majima e soprannominato “Il cane pazzo della Shinsengumi”.
E questo gioca un ulteriore trucco sulle tue aspettative da giocatore assiduo della serie nel momento in cui a fare da prestavolto è uno dei personaggi che in Yakuza è stato un cattivo particolarmente importante. Quando vedo volti di personaggi come Yoshitaka Mine, Daisaku Kuze e Keiji Shibusawa, la mia mente non riesce a non pensare se ricopriranno lo stesso ruolo anche in questa storia, specie quando i personaggi che interpretano assumono atteggiamenti sospetti e questo secondo me da quel sapore in più per gli appassionati nel vedere i loro personaggi assumere queste nuove identità.
La storia tutto sommato è stata incredibilmente godibile, il dramma è molto alto nel momento in cui tutte le verità vengono svelate, il mistero mi ha tenuto costantemente incollato allo schermo con ogni nuova novità, tasselli di storia e depistaggi che venivano attuati. Vivere in questo tipo di ambientazione raramente viene sfruttato a pieno in questo genere, e dunque mi ha fatto incredibilmente piacere farlo.
Riguardo il Gameplay
Come quasi tutti i giochi della serie di Yakuza, il gameplay è rimasto prettamente invariato. A differenza di essere nel cuore di Kamurocho, ci ritroviamo nella città di Kyo, la vecchia Kyoto, suddivisa in vari piccoli quartieri. Nei panni di Ryoma esploreremo la città interagendo con gli abitanti, facendo a botte con chiunque osi attaccare briga con noi e andando di punto di trama in punto di trama sbrigando i nostri vari compiti come membro della Shinsengumi.
Esattamente come Kamurocho, Kyo è una piccola città ma incredibilmente densa di contenuti: dal classico Karaoke, ad un teatro di danza, le numerose sale da gioco e la pesca. Ryoma ad un certo punto riuscirà pure ad ereditare una sua abitazione, dove potremo coltivare un nostro piccolo orto personale, cucinare dei piatti con un carinissimo mini gioco uscito direttamente da Cooking Mama e avere la nostra schiera di animali domestici.
Se c’è una cosa che viene enfatizzato tantissimo in questo capitolo è l’aspetto sociale. Ryoma potrò fare amicizie con molti NPC della città, che siano essi i gestori dei vari negozi e ristoranti a cui fai rifornimento o persone incontrate durante le varie storie secondarie che hanno bisogno del tuo aiuto. Costruire una reputazione è importante anche per accumulare “Fede”, una nuova valuta che può essere spesa ai vari templi Shinto per svariate ricompense: è specialmente importante per migliorare al massimo la tua casa e poter sfruttare a pieno l’orto e la cucina.
Il combattimento è stata la componente di questo gioco che mi ha lasciato più stranito. Partiamo dal positivo: la presenza di ben quattro stili diversi di combattimento: Mani Nude, Spada, Pistola e Pistola + Spada. Avere più stili di combattimento è sempre un positivo per me in giochi del genere, permette di spezzare molto la monotonia del costante combattere facendoti variare un pò l’approccio invece di utilizzare sempre le stesse mosse. Il gioco inoltre incentiva molto questi cambi: ogni stile di combattimento ha un suo livello che si aumenta in autonomia fintanto che viene utilizzato. Questo in accoppiata con i livelli di Ryoma che possono essere inseriti in qualsiasi stile noi preferiamo, e quindi ci lascia un’ottima flessibilità.
Almeno così dovrebbe essere sulla carta.
In pratica ho trovato la gestione degli stili di combattimento incredibilmente sbilanciata. Cominciamo col dire che lo stile unicamente con la pistola ha finito col non piacermi e l’ho scartato molto in fretta, perchè la mobilità mi sembrava troppo limitata e gestire i proiettili speciali della pistola, necessari per fare dei veri danni, era troppo dispendioso per me. Lo stile a Mani nude, che è il più tipico della serie di Yakuza, in questo contesto è molto meno accessibile in particolare perché sembra che non vi sia nessun aumento nello scalare dei danni inferti dai nostri pugni. Vi è sempre la possibilità di usare oggetti ambientali come arma per infliggere danni maggiori, ma senza di essi il danno inferto non sembra mai valere la pena.
Tutto questo ci porta a soli due stili che a mio parere sembrano effettivamente sostenibili, quello con la spada e la combo pistola + spada. Il primo studiato più per il combattimento corpo a corpo e il secondo più per controllo del terreno con nemici multipli. Purtroppo anche lo stile pistola + spada sembra soffrire dello stesso problema, ovvero pare non infliggere abbastanza danni. Anche con la migliore spada su cui potessi mettere le mani i danni inferti erano sempre meno della metà dello stile singolo con la spada, e questo ha praticamente portato a enfatizzare solamente l’utilizzo di quel singolo stile per tutta la durata del gioco.
Non solo questo ha portato alla luce il problema della monotonia delle battaglie a lungo andare, ma ha portato ad una gestione dell’equipaggiamento che raramente mi trovo a fare nei videogiochi di questa serie. Ero sempre alla ricerca di materiali e denaro per andare dal fabbro più vicino e cercare di ottenere la migliore spada in quel momento, il tutto per rendere le battaglie il più veloci possibili. Inutile dire che questo approccio ha ripagato, ma avrei preferito che tutti gli stili fossero allo stesso livello in quanto a utilità.
Non aiuta che molti dei nemici in questo gioco hanno un totale di punti vita più alto del solito, e penso che questo sia stato fatto per enfatizzare una nuova meccanica esclusiva di questo gioco: il reclutamento di soldati per la Shinsengumi.
Ad ogni stile vi è la possibilità di associare da tre a quattro soldati le cui abilità possono essere attivate durante i combattimenti: vi sono di varie categorie da attacco, difesa e supporto, ed alcuni di loro posseggono abilità che permettono di usare attacchi più particolari. Un utilizzo saggio e ragionato delle loro abilità sicuramente rende il gioco molto più rapido ma c’è un motivo per cui ho perso interesse per questa meccanica molto in fretta… Ottenere la maggior parte dei soldati è legato ad un gacha!
Alla caserma della Shinsengumi possiamo spendere soldi per vari livelli di pesca da cui otterremo un singolo soldato da aggiungere ai nostri ranghi. I prezzi variano da 5000 mon per i più economici, a ben 10 Ryo per gli altri. Più soldi spesi più alta la probabilità di ottenere i soldati di rarità maggiore e di conseguenza più potenti da utilizzare. In alternativa si possono ottenere alcuni reclutamenti dopo battaglie casuali in città o vi è la possibilità di reclutare alcuni dei personaggi delle storie secondarie, i quali hanno un buon grado di rarità.
Il costo eccessivo del gacha, assieme al fatto che si ottenesse un singolo reclutamento, unito anche alla non certezza di ottenere sempre delle pescate di grado più alto spendendo 10 Ryo, sono stati il motivo principale per cui ho perso interesse immediatamente con questa meccanica. Ho utilizzato quel poco che sono riuscito a trovare e me lo sono fatto bastare. Di positivo sembra che questa meccanica sia essenziale solamente per alcune missioni secondarie nei dungeon della Shinsengumi, è completamente opzionale se si vuole solo finire la storia principale, il che è ottimo!
Personalmente spero di non rivedere più una meccanica del genere in un contesto legato ai combattimenti, l’ho trovato decisamente intrusivo.
In Conclusione
Nonostante tutti i vari difetti che mi hanno reso i combattimenti pesanti a lungo andare, ho apprezzato tantissimo Like a Dragon Ishin. La trama, la presentazione e il setting unico hanno fatto tantissimo per oscurare tutti gli eventuali difetti di gameplay di cui si è macchiato. Questo gioco ha risvegliato in me un lecito interesse nel ricercare e approfondire l’ambito storico che ha portato al Rinnovamento Meiji e scoprire di più sulle vere figure di Ryoma Sakamoto, Saito Hajime, Takechi Hanpeita e altri personaggi centrali a queste vicende.Se siete appassionati di ricostruzioni storiche allora direi che questo gioco è decisamente consigliato. È completamente slegato da altri capitoli della serie ed il suo essere una storia auto conclusiva lo rende di facilissima fruibilità anche ai neofiti. È un gioco ormai disponibile su quasi tutte le console in circolazione, con le console Nintendo come unica eccezione.
Di recente c’è stato un rinnovato interesse sul giappone feudale e la figura dei samurai nel mondo dei videogiochi. Abbiamo giochi come Ghost of Tsushima, Rise of the Ronin, Assassin’s Creed Shadows, e addirittura Capcom ha annunciato un nuovo Onimusha! Io spero che questa nuova ondata spinga SEGA a fare quel miglio in più e finalmente portare anche Ryu Ga Gotoku: Kenzan in occidente, così finalmente il cerchio sarà concluso.
Se decidete di acquistarlo fatemi sapere cosa ne avete pensato, la serie di Yakuza è una delle mie serie preferite in assoluto e quindi sono davvero curioso di sapere come si trovano i nuovi arrivati e cosa apprezzano o meno del gameplay e soprattutto della narrazione. Per tutti gli altri come sempre seguitemi nella…
SEZIONE SPOILER - Procedi a tuo rischio e pericolo
In tutto questo enorme giro di sotterfugi chi era dunque la figura che da dietro le quinte ha orchestrato l’omicidio di Yoshida Toyo? E chi era il secondo Ryoma Sakamoto che stava cercando di spingere il Giappone verso una guerra civile? Entrambe le risposte portano alla stessa persona: Takechi Hanpeita!
Il rapporto tra Ryoma e Takechi è una delle parti migliori di tutto il gioco, un testamento sull’alto livello narrativo che hanno i giochi sviluppati da RGG Studio. Entrambi sono stati adottati dallo stesso padre ma il loro percorso di formazione non poteva essere più diverso. Mentre Ryoma è stato spedito in tenera età ad Edo a studiare la via della spada, Takechi è rimasto a Tosa e ha speso la sua vita nello studio della politica in modo da guidare in un futuro il Partito Lealista.
Takechi ha sperimentato e studiato fin nel profondo la corruzione che guidava il paese, essendo anche lui di umili origini ha vissuto sulla sua pelle la discriminazione del sistema di caste, come le maggiori cariche dello stato sono crollate nel panico alla vista delle navi nere degli stranieri. Al giappone serviva una nuova carica che solo Takechi avrebbe potuto fornire, e lui è cresciuto convinto che suo padre lo stesse formando a diventare colui che avrebbe diretto il paese nella sua direzione.
Ma le sue convinzioni crollano quando suo padre Toyo decide che i suoi metodi di riforma sono troppo aggressivi, ed è intenzionato a fare sì che Ryoma erediti la guida del partito. È lì che qualcosa si spezza in Takechi, che decide di prendere in mano la situazione. L’omicidio di suo padre è il primo passo, il secondo è rinnegare il proprio nome, rubare l’identità del fratello e creare il Sakamoto Ryoma che guiderà alla rinascita del giappone secondo gli ideali di Takechi Hanpeita.
Ryoma è completamente ignaro di questi schemi per la maggior parte del gioco, il suo rapporto con Takechi è sempre molto supportivo e amorevole, tra i due c’è un legame fraterno davvero forte, ed è molto credibile che nonostante gli anni di lontananza e le divergenze di opinioni, tra loro ci sia un fortissimo legame affettivo. Uno dei momenti più toccanti è quando tra i due vi è una lite e un momento di rottura, Ryoma addirittura gli dice che La prossima volta che si incontrano potrebbe essere da avversari, ma nonostante tutto Ryoma cerca di seguire la sua strada per la vendetta senza intralciare qualunque piano abbia Takechi per il futuro di Tosa.
Il momento in cui Ryoma riesce a comprendere, e realizza di essere stato usato da Takechi per tutto questo tempo, il suo spirito crolla. Cerca di annegare questi sentimenti nell’alcool il più possibile, negare l’evidenza che suo fratello si sia trasformato in un mostro che metterebbe a ferro e fuoco l’intero giappone pur di realizzare i suoi scopi: non c’è una volta in cui sono costretti a battersi che Ryoma non abbia le lacrime agli occhi nel vedere quello in Takechi si sia trasformato, ed è assolutamente fantastico.
Il pathos e la forza del loro scontro finale è uno dei momenti più alti dell’intera serie guidato anche da una regia stupenda. Sono davvero contento che nonostante tutto Takechi riesca ad avere un’ultima speranza per spogliarsi di tutto ciò che è stato ancora una volta, e ricominciare una nuova vita dove potrà magari realizzare i suoi intenti più nobili senza doversi trasformare in un mostro assetato di sangue.
Scene come queste sono ciò che rendono Yakuza una delle mie serie preferite in assoluto. Nonostante tutte le varie vignette stupide e scene umoristiche che si possono vedere online, la storia è sempre stata un punto che RGG Studio ha preso con la massima serietà. La loro forza è proprio nel creare questo dramma tra i vari personaggi, relazioni credibili e solide momenti in cui ti senti morire come i protagonisti costretti a dover affrontare e salvare le persone più importanti della loro vita, che hanno ormai preso una strada verso un’oscurità che potrebbe non lasciarli mai più andare.
Voi invece cosa ne avete pensato del mistero del gioco e di Takechi Hanpeita? Pensate che sia stato reso bene? Per voi è stato troppo confusionario? Ci sono stati dei punti che avreste cambiato? Fatemi sapere tutto quello che avete pensato. Nel frattempo se avete apprezzato questo mio piccolo spazio dedicato a Yakuza, ho buone notizie per voi, il prossimo capitolo nella lista è Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name quindi rimanete sintonizzati per quando anche questo capitolo riceverà il suo blog dedicato!
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