Final Fantasy VII Remake - L’inizio di un viaggio emozionante

Final Fantasy VII è una delle più grandi pietre miliari della storia dei videogiochi. È un gioco che ha reso Final Fantasy la più grande istituzione per i JRPG in occidente, e ha segnato l’inizio dell’epoca d’oro per un genere, che fino ad allora aveva fatto fatica ad affermarsi in occidente. Pensate che, in Europa, l’unico capitolo della serie ad essere stato rilasciato fu lo spin off Mystic Quest Legend! L’importanza di questo gioco per il genere non può assolutamente essere minimizzata.

Io stesso mi appassionai al genere grazie a questo gioco: ho adorato la sua atmosfera tetra in un mondo vicino alla catastrofe climatica, ho amato le musiche di Nobuo Uematsu che ancora adesso mi danno la pelle d’oca, rimasi impressionato delle evocazioni come Bahamut e mi innamorai dei personaggi e delle loro storie. Final Fantasy VII mi ha spinto a giocare l’intera serie e ancora oggi lo reputo uno dei miei capitoli preferiti.

Non è una sorpresa dunque che, con un tale successo, Square abbia trattato questo capitolo come una vacca da mungere per buona parte della sua vita. Il solo progetto Final Fantasy VII Compilation ha espanso tantissimo il mondo di questo gioco, tra prequel, seguiti e vari spin off. Non importa quanto tempo passasse, Final Fantasy VII era sempre vivo nella mente di tutti, al punto che iniziò a materializzarsi un desiderio.

Quanto sarebbe bello un remake di Final Fantasy VII!

Questo sentimento è vivo da molto prima che Remake e Remaster di vecchi giochi diventassero una cultura, che nei giorni nostri è ormai parecchio abusata. Se devo puntare il dito contro il principale responsabile di questo sentimento, mi sento di additare il film seguito del gioco, Final Fantasy VII - Advent Children.

Advent Children è ben lontano da essere un film perfetto, narrativamente è un pò un disastro, ma come tutti i film legati a Final Fantasy, è una meraviglia visiva. Dopo 20 anni ancora si regge benissimo in piedi e compete con molte produzioni 3D attuali. Ogni scena d'azione in quel film è puro spettacolo, adrenalina e gioia per gli occhi, il tutto condito alla perfezione dalle musiche del videogioco completamente ri-orchestrate.

Non mi sorprende che molti abbiano avuto il desiderio che anche il videogioco potesse ricevere lo stesso livello di spettacolarità, specialmente il gioco originale più di tutti ormai sente il peso degli anni. Essendo uno dei primi giochi in 3D i modelli dei personaggi erano molto semplicistici e limitati, specialmente al di fuori delle battaglie, e posso capire come molti facciano fatica a tornare indietro ad un tale stile visivo.

Dopo tanti anni di speranze dei fan e teaser da parte di Square Enix, arriviamo al 2020 dove finalmente Final Fantasy VII Remake approda su Playstation 4. Solo non sarà l’intero gioco, sarà invece il primo di una serie di tre capitoli che andranno a coprire l’intera avventura, con questo in particolare focalizzato principalmente sugli eventi nella città di Midgar dove il gioco ha inizio

Final Fantasy VII Remake

Riguardo la trama

La storia ha inizio a Midgar, la città più grande e tecnologicamente avanzata del pianeta. Questa ricchezza è dovuta alla Mako, una nuova fonte di energia scoperta dalla compagnia elettrica Shinra che, grazie ad essa, è diventata di fatto l’ente al controllo di Midgar, ed esteso la sua influenza su tutto il mondo. Questo tipo di energia viene applicato anche nel campo degli armamenti.


Vi è però un grosso prezzo da pagare per tutto questo lusso. La Mako viene estratta dalla fonte di vita stessa del pianeta. Più Shinra decide di usarla, più il pianeta si avvicina ad un disastro ecologico che potrebbe segnare la fine per l’umanità intera. Per questo che vari gruppi si impegnano per fare resistenza alla Shinra, e tra questi vi è il gruppo di Avalanche.


Una cellula di questo gruppo, guidata da Barret Wallace, decide che è il momento di passare all’azione distruggendo i reattori che forniscono energia alla città di Midgar. Il suo gruppo però è molto ristretto, dato che è composto da persone che non hanno una particolare esperienza in combattimento. Finché, un giorno, un ragazzo biondo viene avvicinato dalla sua amica Tifa Lockhart ad unirsi alla causa dietro un lauto compenso. Il suo nome è Cloud Strife.


Durante una di queste missioni Cloud fa conoscenza con Aerith Gainsborough, all’apparenza una normale fioraia dei bassifondi, che si scoprirà essere di peculiare interesse per la Shinra. Ben presto i due si troveranno a collaborare perché qualcosa è in ballo nel cuore della Shinra. Sephiroth, un’oscura figura dal passato di Cloud, sembra in procinto di fare il suo grande ritorno e delle misteriose entità chiamate Numen osservano da lontano gli eventi, pronti ad intervenire secondo un loro scopo.



Nella versione originale questi erano gli eventi delle prime sei ore di gioco. Fornivano un'introduzione a quello che sarebbe stato il viaggio dei nostri eroi: non solo salvare il pianeta dalle ambizioni della Shinra, ma anche scoprire la realtà dietro il ritorno di Sephiroth, e il suo ruolo da giocare in questa vicenda.


Square Enix ha deciso saggiamente di dedicare più spazio a questa sezione della storia, dedicandogli un gioco intero. Ho visto spesso Midgar indicata come la città più interessante di questo Final Fantasy. La maggioranza pensava che esplorare più settori, e approfondire su concetti magari solo accennati nel gioco originale, sarebbe stato decisamente interessante.


Avevo timore per il ruolo che avrebbe avuto la Shinra in questa versione. Nel gioco originale il suo impatto passa molto in sordina nel momento in cui Sephiroth viene introdotto, nonostante lui sia una conseguenza del loro operato. Fortunatamente questo timore non si è realizzato. Anzi, Shinra in questo gioco è più brutale che mai.


La realtà distopica di un’azienda miliardaria come la Shinra messa al controllo del mondo intero è più che mai sentita e reale in questo gioco. Si sente tantissimo il loro controllo sulla popolazione, la manipolazione dell’informazione, la costante propaganda per fargli apparire come gli eroi contro le orribili azioni compiute dalla resistenza. Quando dietro le quinte il loro obiettivo è sempre e solo uno: profitto!



Il messaggio socio ambientalista di Final Fantasy VII è più che mai importante in tempi come questi, dove le aziende sono sempre più alla ricerca del profitto sfrenato. Uomini multimiliardari vogliono intervenire nella politica per i loro comodi, e la nostra quotidianità diventa sempre più dipendente da una tecnologia che sta lentamente distruggendo il nostro stesso pianeta. Per essere un gioco ormai vicino ai 30 anni, questa storia non potrebbe essere più attuale.


Lo stesso fatto che Midgar sia questo gigantesco piatto di metallo staccato dal terreno per elevarsi verso il cielo è simbolo dell’enorme superbia di chi la comanda, e chiunque non sia in grado di vivere nella parte alta viene relegato come scarto nei bassifondi sotto il piatto. Una vera e propria discarica costruita alla fortuna, dove la terra è completamente riarsa e inquinata, ai cui abitanti non è nemmeno concesso di vedere il cielo sopra la propria testa.


Penso sia più che importante ricordare come il vero artefice di tutti questi gli eventi sia proprio la Shinra! Nonostante tutto comprendo come Sephiroth abbia usurpato questo trono diventando il simbolo di Final Fantasy VII, per via principalmente della sua incredibile presenza scenica oltre che alla forza del suo personaggio. 


In questo gioco Sephiroth fin dai primi minuti appare come un tormentatore, uno spettro che è pronto ad assalire la mente di Cloud nei momenti in cui meno se l’aspetta, specialmente in zone che possono risvegliare ricordi sepolti del suo passato. Sephiroth è come la manifestazione della sindrome post traumatica di Cloud e ogni volta che appare senti tutta la paura, l’ansia, l'agitazione che lo attanaglia fino a portarlo alle reazioni più istintive per riuscire a difendersi.


Se c’è una cosa che questo gioco esegue alla perfezione è la presentazione, come ogni gioco targato Square Enix è un'assoluta gioia per gli occhi.



Dalla fiorente e luminosa metropoli di Midgar, adornata in ogni punto da fiori morenti, alla desolazione e miseria dei bassifondi della città, ricolmi di spazzatura e creature mostruose. C’è un'attenzione incredibile ai dettagli soprattutto nel ricreare iconiche location del gioco originale. Anche i design dei nemici sono una fedelissima modernizzazione degli arcaici modelli per la prima Playstation. 


Una scelta che sulla carta sembra possa creare troppo distacco con la grafica moderna, ma Square è riuscita a creare una bellissima sinergia tra le due filosofie, riuscendo persino a includere un mostro come la casa robot, e non darti nemmeno per un secondo l’idea che sia fuori posto.


La mia scena preferita è stata la modernizzazione dell Honey Bee Inn, trasformato da un bordello a tema ad uno sfarzoso cabaret, perfetto per chi vuole godersi un po di eccesso e divertimento e dimenticarsi per un attimo di essere relegati nella miseria.


Ad accompagnare il tutto c’è l’eccellente colonna sonora, composta per lo più da ri-arrangiamenti delle iconiche musiche di Nobuo Uematsu, ma ha anche qualche pezzo originale che riesce a rimanere impresso, primo fra tutti Hollow. Una cosa davvero stupenda è l’abilità di riuscire a prendere più pezzi dell’originale e mescolarli assieme per creare un nuovo tema, e l’utilizzo dell’audio dinamico crea questi costanti piccoli cambi e aggiunte per ogni situazione del gioco. Un lavoro assolutamente fantastico.




Non posso descrivere l’effetto che mi ha fatto questa colonna sonora, fin dai primi minuti ero in un misto di nostalgia ed estasi, quel maledetto sentimento che incapsula perfettamente come mai cadiamo sempre nella trappola di voler vedere questi classici, così importanti per la nostra formazione, venire riproposti in questa nuova veste.


Se devo trovare un difetto in questo capitolo è stato forse il volersi attenere troppo fedelmente al gioco originale. La mia speranza di poter esplorare a pieno Midgar purtroppo non è stata realizzata, ed il gioco si mantiene strettamente sulle location già coperte nel gioco originale. Questo ha finito col creare un ritmo narrativo molto strano, soprattutto nei momenti di spostamento tra una location e l’altra.


Ci sono tanti momenti estremamente dilatati, sezioni che richiedevano tra i pochi minuti ad un ora nel vecchio, sono ora incredibilmente estesi. Il mio primo campanello d’allarme è stato durante il viaggio tra il settore 7 e il reattore 5, un viaggio durato ore che ha visto il gruppo attraversare ogni sorta di ostacolo, dall’intercettazione sui binari, alla scalata verso il piatto e la successiva infiltrazione e fuga dal reattore.


Per quanto tutta la sezione sia stata indubbiamente intricata e visivamente stupenda, non è riuscita a distrarmi dal fatto che si stesse dilatando il più possibile l’esperienza per motivi di durata. Questa situazione si è ripetuta in molte altre istanze, cominciando anche a spazientirmi nelle battute finali. Avrei di gran lunga preferito avere più materiale, anche secondario, che mi permettesse di avere una maggiore visione d’insieme di Midgar.


Riguardo i Personaggi

Parlare dei personaggi sarà strano in questo contesto in quanto essendo solamente l’inizio della storia il loro vero percorso di evoluzione deve ancora iniziare. 


Cloud Strife, appare inizialmente come un personaggio che non vuole farsi assolutamente coinvolgere da qualunque crociata idealistica di Barret. A lui importa solamente dei soldi, fare il suo lavoro e poi andare avanti con la sua giornata. In realtà questa è tutta un facciata ed è chiaro fin da subito. Cloud è un ragazzo traumatizzato, qualcosa di terribile è successo durante il suo passato in SOLDIER, gruppo militare della Shinra, qualcosa che l’ha portato in un conflitto con Sephiroth, che ha lasciato una cicatrice indelebile nella sua mente.


Durante il gioco lo vediamo non solo perseguitato da quel ricordo, ma anche sempre più afflitto da mal di testa ricorrenti, come se la sua stessa mente stesse disperatamente cercando di rimettere assieme i pezzi della sua vita, non solo del suo periodo in SOLDIER, ma anche della sua infanzia, il che rende complicato il suo relazionarsi con Tifa.


Tifa Lockhart è la sua amica d’infanzia. I due sono cresciuti assieme in un villaggio remoto chiamato Nibelheim e sono sempre stati molto amici. Da adolescente Cloud decise di lasciare il villaggio per arruolarsi in SOLDIER e i due non si sono più rivisti fino a questo fatidico incontro a Midgar. 


Tifa è un altro personaggio che presenta un forte contrasto. Per quanto appaia forte, determinata ed audace è una donna estremamente fragile e delicata che teme più di ogni altro la possibilità di fallire e perdere qualcuno a cui è caro. Lei è chiaramente molto attratta da Cloud ma dopo il loro ricongiungimento a Midgar è sempre più preoccupata. Lui non sembra più lo stesso ai suoi occhi: non è più il ragazzo spensierato che sognava di voler essere un eroe, ma un uomo molto più cinico e incurante.



Ho adorato il modo in cui interagiscono perchè la tensione è sempre palpabile tra i due: Cloud non sa bene come comportarsi con lei, dovuto anche al fatto che non si sono visti da così tanto, e Tifa cerca in tutti i modi di avvicinarsi, cercando di rompere quella barriera tra loro, stando attenta a non fare troppa pressione per non rischiare di rovinare tutto.


Tifa non sarà la sola ragazza a contendersi le attenzioni di Cloud, ci sarà anche una certa fioraia dei bassifondi. Aerith Gainsborough vive nei bassifondi del settore 5, l’unica zona in cui si riesce ad avere una florida fioritura, che le permette di guadagnarsi da vivere come fioraia. La sua vita non è facile: non solo le difficoltà costanti dei bassifondi, ma anche dover costantemente avere a che fare con i Turks, i servizi segreti della Shinra, che la tormentano fin dall’infanzia.


Questo ha fatto in modo che Aerith sviluppasse un carattere molto più sfrontato e aggressivo, un perfetto contrasto con il suo aspetto da dolce fioraia innocente. È divertentissimo vederla rimbalzare con Cloud, perché lui è genuinamente sconcertato dalle sue costanti avances e dal suo carattere intraprendente. Lei non perde mai occasione di punzecchiarlo, e mi fa ridere ogni volta che succede.


È bello anche vedere come, nonostante sia lei che Tifa condividano un interesse per Cloud, tra le due non vi sia astio. Sono sempre molto vicine tra loro e pronte ad aiutarsi a vicenda. Nel momento di maggiore necessità è Aerith per prima a farsi avanti per aiutare Tifa, a costo di lanciarsi di testa nei posti più pericolosi dei bassifondi.


C’è un motivo se questo triangolo è dopo 30 anni ancora uno dei più discussi, ed è perchè c’è una genuina alchimia tra tutti e tre i personaggi e in certi momenti ti viene davvero la voglia di fare il tifo per entrambe. 



Infine a chiudere il cast principale vi è il caro Barret Wallace, un imponente uomo di colore con una mitragliatrice al posto del braccio, un animo infiammato di rabbia e rivoluzione verso il potere, e un lato tenero che riserva tutto per la sua piccola figliola Marlene. È il capo di Avalanche, molto irascibile nei modi di fare, sempre pronto a fare comizi su quanto faccia schifo la Shinra, e difficilmente riesce a contenere la sua rabbia quando qualcosa lo irrita.


Lui e Cloud partono su un terreno molto fragile all’inizio. Non solo Cloud è legato all’organizzazione che Barret odia più in assoluto, ma il suo disinteresse verso la causa e più verso il puro denaro non aiutano a fargli trovare un terreno comune. Col tempo però, tra i due le cose iniziano ad ammorbidirsi e Barret comincia ad accettare il suo ruolo nella squadra.


Barret è quello che più di tutti ricopre il ruolo da spalla comica, sia volutamente che involontariamente: i suoi continui comizi e modi di fare esagerati corrono il rischio di farlo sembrare un po caricaturale a tratti, ma l’uomo ci tiene davvero alla causa ed è pronto a sacrificare tutto pur di avere successo. 


Le scene con lui e Marlene sono le più belle in assoluto, si vede tantissimo che è un padre davvero affettivo, e questo è un perfetto contrasto col suo aspetto burbero. Inoltre, sentirlo canticchiare la fanfara della vittoria al termine delle battaglie riesce sempre a strapparmi un sorriso! È un peccato che in questa parte non riusciamo a vedere molto del suo passato, so bene che il suo momento arriverà in Rebirth, ma sarebbe stato bello inserire qualche assaggino già in questo gioco.


Questo cast era già molto forte nell’originale, ed è stato rafforzato ancora di più dalle aggiunte e cure che sono possibili ai giorni nostri.


Lo stesso lo si può dire anche in parte dei personaggi secondari. 


Il resto del gruppo di Avalanche ha subito dei miglioramenti per renderli più presenti e meno di contorno. Wedge ad esempio era un po' la macchietta comica del gioco, per quanto molta della sua comicità sia rimasta, lo vediamo anche evolversi in un personaggio più coraggioso ed intraprendente, che ho apprezzato tantissimo! Purtroppo Biggs è stato il personaggio più lasciato da parte, ha poco tempo su schermo e non ho visto molte differenze tra questa incarnazione e l’originale.


Jessie, è stata completamente rivista in questo gioco! Nell’originale era una ragazza timida molto impacciata che nascondeva molto male una cotta pazzesca per Cloud, invece ora è molto più diretta, molto più giocosa nel suo modo di fare. Sembra proprio la sorella maggiore di Biggs e Wedge, e il suo flirtare con Cloud è molto più divertente rispetto all’originale. Cloud, esattamente come con Aerith, non sa proprio come reagire ad una persona tanto diretta. 


Abbiamo pure una missione inedita con Jessie, in cui scopriamo molto di più della sua vita precedente ad Avalanche di quanto venisse mai detto nel gioco originale! Esattamente quel genere di missioni che speravo fossero molto presenti in questo capitolo, ma purtroppo questa è l’unica occasione in cui si esce dai binari già stabiliti nel gioco originale.



È stata anche la missione che ha introdotto uno dei miei secondari preferiti: Rosche! Un personaggio completamente inedito di questo remake. Lui è un membro di SOLDIER che si occupa di sicurezza stradale e posso solo descriverlo come un personaggio di Fast & Furious che è stato catapultato in Final Fantasy.


Un flippato della velocità, innamorato della sua moto, che vive per l’adrenalina degli inseguimenti, ed è sempre alla ricerca di qualcuno che lo possa eguagliare. Ogni volta che mi sono ritrovato ad affrontarlo ridevo come un maledetto e le scene di inseguimento con lui sono di un'esagerazione pazzesca. Spero davvero che ritorni in Rebirth!


Per il resto degli antagonisti mi sento di fare una menzione speciale a Hojo, il capo scientifico della Shinra, per essere stati in grado di creare il personaggio più visivamente disgustoso che abbia mai visto in un videogioco. Non pensavo si potessero raggiungere simili livelli di disgustoso grottesco nel volto di un essere umano, davvero complimenti agli artisti di questo gioco!


Dal punto di vista di presentazione, impostazione della trama, personaggi e utilizzo delle musiche, non avrebbero potuto fare una partenza migliore, parleremo del tanto discusso finale e le sue implicazioni per il futuro della storia, nella sezione spoiler… Per il momento concentriamoci sull’aspetto della giocabilità.


Riguardo il Gameplay

Nuovamente, ci troviamo davanti al classico dilemma che sembra impattare ogni JRPG di questa generazione: Turni o Azione? Era lecito aspettarsi che il remake del gioco più importante di questo genere fosse stato fedele alle sue radici e mantenuto il gameplay classico, invece Square ha deciso di osare proponendo una specie di via di mezzo che, a mio parere, ha funzionato dannatamente bene.


Esattamente come nell’originale avremo un party composto da 3 personaggi, essendo però un gioco principalmente action, saremo in controllo di un singolo personaggio, muovendoci nel campo di battaglia, attaccando i nemici, schivando e parando quando opportuno. L’impatto iniziale non è molto diverso da un normale action, ma tutto cambia nel momento in cui entra in gioco la barra ATB.


Nei Final Fantasy Classici l’ATB era un’evoluzione del combattimento a turni che rendeva la turnazione meno statica e molto più dinamica. La battaglia non si ferma mai ed è in mano al giocatore decidere quando e come agire, in questo gioco è utilizzata per dare ai combattimenti molta più profondità oltre al semplice attaccare e schivare.


L’ATB è diviso in 2 sezioni, una volta che una sezione è piena, è possibile entrare in una pausa tattica dove potremo: attaccare con abilità uniche dei personaggi, utilizzare magie, oppure utilizzare oggetti. Questa pausa tattica non è limitata unicamente al personaggio che controlliamo, ma a tutto il nostro party dandoci il controllo totale sulle azioni di tutti. 


Questa pausa tattica offre molta profondità: pianificare attacchi, decidere come e quando curare, usare subito una carica o aspettare gli altri personaggi. Alcune abilità richiederanno anche il costo di entrambe le sezioni della barra ATB introducendo anche un sistema di rischio contro ricompensa al combattimento.



L’esistenza di una pausa tattica come parte integrante del gioco potrebbe dare l’idea che il ritmo sia ,di conseguenza, molto lento e incostante, ma in realtà è l’esatto opposto!


Questo gioco è veloce, estremamente frenetico! Nonostante la pausa tattica il ritmo delle battaglie è sempre al cardiopalma, a volte è facile perdere completamente la cognizione di se stessi e del gruppo. I nemici non saranno certi fermi a farsi colpire: sono dotati di molte magie, altri hanno scudi che ti costringeranno ad aggirarli, alcuni sono raggiungibili solo con armi a distanza e certi hanno attacchi che possono facilmente stordire il tuo personaggio e in molti casi un personaggio stordito equivale ad una condanna a morte certa.


Siccome la barra ATB è legata all’utilizzo di oggetti e magie, questo significa che non sarà possibile curarsi fintanto che non si ha una sezione carica e questo può diventare molto complicato da gestire. Il ritmo di caricamento della barra ATB è dettato principalmente dalla tua abilità ad ingaggiare il nemico in combattimento. Correre in cerchio nell’arena farà certo caricare la barra ma ad un ritmo molto lento, e nel momento in cui il tuo personaggio è in fin di vita è molto facile che i tuoi nervi abbiano la meglio su di te, spingendoti a fare sbagli.


Molte delle mie morti in questo gioco sono state tutte sintomo di questi fattori. Ingaggiare una battaglia senza un'adeguata preparazione, attacchi che mi hanno colto di sorpresa causando un effetto valanga a mio sfavore, perdere di vista me o i miei compagni perché troppo preso dal caos. Questo è un gioco che richiede una doppia attenzione, non solo per il movimento del tuo personaggio ma anche per la gestione della pausa tattica, e questo può essere una pressione difficile da gestire.



Nessuna paura! Perchè il gioco decide di venire incontro a chiunque possa avere questo problema, introducendo la modalità “Classica”. Il movimento dei personaggi è gestito interamente in autonomia e il giocatore dovrà solo preoccuparsi della gestione della barra ATB. Ho sentito che questa opzione è stata altamente apprezzata da molti giocatori, ma io personalmente ho preferito non usarla e rimanere su questo sistema più ibrido.


Un’altra cosa che ho particolarmente apprezzato è come siano riusciti a mantenere la versatilità di Final Fantasy VII e anzi forse, migliorarla ulteriormente!


Il sistema delle materie ritorna: sono una serie di sfere magiche che possono essere aggiunte agli slot delle nostre armi per sbloccare magie, nuove mosse o aumentare le nostre statistiche. È un sistema che ho sempre adorato, perchè offre una vasta libertà per gestire i personaggi rimanendo allo stesso tempo incredibilmente semplice. L’unica limitazione è che, nell’originale, certi personaggi erano chiaramente orientati per essere meglio in certe cose rispetto ad altri, in questo remake non è necessariamente diverso, ma c’è un altro tassello che rende i personaggi molto più versatili, ovvero la gestione delle nostre armi.


Come in ogni RPG, col progredire dell’avventura, progredisce anche il nostro arsenale, spesso rendendo quello vecchio completamente obsoleto. In questo gioco invece, non solo ogni arma ha un'abilità speciale che può essere imparata dal personaggio, ma ogni arma sale di livello andando avanti col gioco permettendoci così di potenziarle tutte individualmente, in questo modo nessuna arma diventa obsoleta!



Vuoi fare tutta la tua avventura con l’iconica Buster Sword di Cloud? In questo remake puoi farlo benissimo, senza che diventi una sorta di sfida autoimposta. La tua arma fine gioco non sarà debole quanto l’inizio e siccome ogni arma differisce per focus della build, questo offre tante possibilità a seconda del tuo stile, che penso sia perfetto per chi è più avvezzo a sperimentare.


Io ad esempio preferisco sempre andare sulle armi che offrono più slot possibili di materie, non sarà ottimale, ma mi offre più opzioni con cui giocare in battaglia; e questa è sempre stata la parte che ho adorato di più nel combattimento dell’originale.


Quando tutti questi elementi vengono messi assieme otteniamo il migliore Final Fantasy action che Square abbia realizzato finora. È molto veloce e frenetico, le battaglie non tirano mai per le lunghe, i boss sanno essere molto complessi già alla difficoltà normale. Ci sono stati dei boss che mi hanno frustrato, ma di certo non posso dire di essermi mai annoiato mezzo secondo.


Assurdo come un gioco pensato per essere giocato con una pausa tattica finisca con l’essere molto più rapido e coinvolgente di un gioco interamente action come Final Fantasy XVI, e non è solo grazie alla componente del party, anche nei contesti in cui questo gioco è pensato per essere giocato con un singolo giocatore finisce per eclissare il suo successore!


Final Fantasy VII: Intermission

Con l’uscita della Playstation 5 nell’estate del 2020, Square Enix ha deciso di offrire un incentivo a tutti che ancora non avessero comprato il gioco per acquistarlo invece sulla nuova console di Sony. Uscì quindi Intermission, un episodio contemporaneo agli eventi della trama principale che vede la ninja Yuffie Kisaragi come protagonista in una missione per infiltrarsi nella Shinra e rubare la cosiddetta Ultra Materia.


A differenza del gioco principale, non avremo un party da controllare. Yuffie sarà invece accompagnata da Sonon Kusakabe, suo connazionale di Wutai infiltrato a Midgar come spia contro la Shinra. Sul personaggio di Sonon non c’è molto da dire, si comporta più come la babysitter per la piccola Yuffie, che in questo gioco è un vero e proprio peperino


Essendo la più giovane del party è anche una ragazza esaltata e testa calda, estremamente fiduciosa delle sue abilità. Raramente pensa prima di agire ed è talmente piena di entusiasmo giovanile da essere sempre chiassosa e in movimento in ogni scena. 


Per quanto mi abbia divertito, e penso che sia stata una buona trasposizione del personaggio, hanno perso l’occasione per andare più in profondità. Questo in particolare dovuto al fatto che l’intero DLC dura solamente poche ore, giusto il tempo per dare quel contentino in più per essere passati alla nuova console, e sfruttarla per spingere un pò di più con quegli effetti grafici che avrebbero fatto piangere la vecchia Playstation 4.



L’ho apprezzato in particolare per due motivi: i personaggi comparsi alla fine dell’episodio e il gameplay in generale di Yuffie!


Yuffie è uno dei personaggi più divertenti che abbia mai giocato in un action: è rapidissima e ha una fantastica mobilità, ha opzioni sia in combattimento ravvicinato che a distanza grazie al suo shuriken, può passare da attacchi fisici e magici con tasto, il suo parry è a dir poco devastante. Grazie a Sonon come supporto si può creare vero e proprio caos sul campo di battaglia.


Intermission è riuscito a mantenere il gameplay dell’originale altrettanto divertente e coinvolgente seppur spogliandolo della componente di gruppo, e questo per me è la prova quanto questo nuovo sistema di gioco sia estremamente solido.


Nell’eterno dibattito fra giochi a turni o giochi d’azione, penso che Final Fantasy VII Remake sia riuscito a trovare quel perfetto compromesso che riesce a rendere il gioco perfettamente godibile per entrambe le parti e credo che queste siano fondamenta più che solide per il futuro.


In Conclusione

È difficile dire come questa serie si evolverà andando avanti, il finale ha spalancato la porta su un enorme cambiamento che ha causato non poche controversie tra gli appassionati. 


Io personalmente, sono altamente soddisfatto da questo nuovo inizio, nonostante i suoi difetti e tempi dilatati nei dungeon, abbiamo un gameplay interessantissimo, personaggi riadattati ed evoluti molto bene ed uno stile grafico e sonoro che sono il top di gamma per il genere. 


Posso capire perché molti siano infastiditi dai cambiamenti, anche io sono affezionato alla storia originale e non ero molto aperto a stravolgimenti troppo grossi… col tempo però ho realizzato una cosa molto importante: l’originale è ancora disponibile!


Se volete giocare all’originale Final Fantasy VII lo trovate su tutte le console ad un prezzo abbordabile. Avremo sempre la possibilità di rivivere la storia originale così com’era, anche se questo include la grafica cubettosa ed estremamente datata della Playstation 1.


Mai come ora penso che sia importante avere un remake che non mira a sostituire del tutto l’originale, ma offrire una nuova interpretazione che offre ad entrambi la possibilità di coesistere.


Final Fantasy VII Remake per me è stato il migliore Final Fantasy che ho giocato dai tempi di Final Fantasy XIII e non vedo l’ora di scoprire come si evolverà la storia in Rebirth, quali nuovi elementi verranno introdotti, quali sorprese ci dovranno attendere.


Se non l’avete mai giocato, il gioco è tranquillamente accessibile su tutte le console e vi consiglio di andare direttamente con la versione Intergrade, così da avere anche il DLC di Yuffie incluso senza dover pagare un extra. Sarò ansioso di sapere le vostre opinioni su questa prima parte di quella che si prospetta essere una trilogia estremamente turbolenta


Per chi invece ha già giocato, parliamo di questo finale nella…


SEZIONE SPOILER - Procedi a tuo rischio e pericolo

Il finale è stato forse il momento più controverso dell’intera esperienza. Fin dagli albori non sentivo parlare di altro online, ma sono riuscito a rimanere relativamente libero da spoiler

Ero più che mai curioso di scoprire cosa fosse successo, parliamo quindi dei Numen.


I Numen sono un elemento introdotto unicamente in questo remake, originariamente pensavo che fossero spettri inviati da Sephiroth essendo che, la prima volta che li incontri, li vedi tormentare Aerith mentre è intenta a vendere fiori. Ed è proprio il fatto che Cloud entri in contatto con lei a dargli l’abilità di poterli vedere.


I Numen durante il gioco saranno una presenza costante, spesso come ostacolo, a volte come alleati. Era chiaro che avessero un obiettivo tutto loro. Per tutto il tempo erano il mistero che più mi teneva incollato, ovvero scoprire chi fossero e cosa significassero nel grande disegno. Ma solo verso la fine questo viene rivelato.


I Numen sono un’entità interposta al controllo degli eventi, dei guardiani della continuità. Il loro scopo è quello di assistere alla storia ed assicurarsi che gli eventi seguano la strada da loro prevista. Lo vediamo nel loro ostacolare Biggs, Wedge e Jessie durante la battaglia per il settore 7, con Wedge addirittura che si trova la strada bloccata da queste creature per ridurre al minimo la sua possibilità di salvarsi.



Nello scontro finale ci troveremo ad affrontare un agglomerato di tutti questi Numen, che è intento più che mai ad impedire al gruppo di lasciare Midgar. Ed è durante questa battaglia che vediamo uno squarcio di un altro evento, nel passato, dove anche in quel frangente i Numen avvolgono Midgar per impedire ad una persona di entrarvi. Quella persona è Zack Fair, che è prontamente accerchiato dall’intero esercito della Shinra, una battaglia in cui incontrerà la sua fine.


Ma è proprio nel momento in cui il nostro gruppo sconfigge i Numen che qualcosa accade. Come a lanciare un sasso in uno stagno, il riverbero della sconfitta dei Numen raggiunge un morente Zack, il quale viene magicamente curato delle sue ferite mortali ed è ora pronto a raggiungere Midgar portandosi in spalla un Cloud ancora svenuto.


Zack è un personaggio molto importante per Final Fantasy VII, il suo sacrificio contro l'esercito Shinra è un tassello vitale per il personaggio di Cloud in quella storia, ed è l’evento che più di tutti ha plasmato il suo carattere. Fare questo cambiamento è uno stravolgimento di proporzioni incredibili! Ed è infatti rivelato al termine di Intermission, che quell’evento si è verificato in un altro universo, una timeline separata in cui Zack è riuscito a sopravvivere e in cui ogni cosa che conosciamo di Final Fantasy VII sta per essere completamente stravolta.


Cosa significherà questo cambio per il futuro? Chi può dirlo… Ma sono più che curioso di giocare a Rebirth dopo questi eventi e scoprire dove vogliono spingersi. 


I Numen erano già un concetto estremamente metanarrativo, quasi come una rappresentazione di coloro che si aspettavano la stessa identica storia dell’originale, fedele fino all’eccesso. Una figura che diventa addirittura il boss finale di questa avventura come se gli scrittori volessero mettere un punto esclamativo sull’intera faccenda, dicendo chiaramente…


“Da ora in poi, non ci sono più regole!”

Realisticamente credo che anche Rebirth, come Remake, finirà per ricalcare gli eventi post Midgar nel modo più fedele possibile, ma l’aspettativa di qualche palla curva la trovo sinceramente molto interessante! 


Lo capisco: vedere la storia che vi ha fatto appassionare all’intero genere cambiata in una maniera così arbitraria, fa paura. C’è sempre anche quel sottotesto che se cambi qualcosa, sia fatto perchè l’originale fosse in qualche modo sbagliato e questo ci fa andare subito sulla difensiva più estrema. 


In realtà, non è necessariamente meglio o peggio, è solamente diverso! Sta a noi decidere se vogliamo ingaggiare con questa storia, con questi cambiamenti, con questa nuova prospettiva… o se continuare a giocare alla storia originale, che come già detto, è ancora facilmente reperibile da giocare per tutti.


La cosa che mi ha più divertito è stata cercare di cogliere tutti i vari indizi e anticipazioni, giocando con la mia previa conoscenza della serie. Mi piace anche come stiano cercando di includere elementi da tutta la compilation, come la presenza di Nero e Weiss, direttamente da Dirge of Cerberus, alla fine di Intermission.


Anche tutto ciò che circonda Aerith: perchè è stato il contatto con lei a rendere visibili i Numen? Perchè la prima volta che si è incontrata con Red XIII quest’ultimo ha avuto quasi una visione che lo ha reso istantaneamente più mansueto? Quanto sa Aerith di cosa sta accadendo al pianeta e di cosa la può attendere nel futuro? 


Non lo nego, unire tutti questi elementi fa paura, non avere la certezza più di come si evolverà questa trama è spaventoso, il timore che alcune scelte narrative possano completamente stravolgere l’originale in peggio è presente… Ma non voglio farmi annebbiare dal pessimismo


Questa incertezza sul futuro è anche ciò che può rendere tutto estremamente interessante, e considerato quanto ho apprezzato questo gioco fino ad ora, sono più che disposto a vedere quale sarà l’ultima fermata a cui ci condurrà questo treno!


Comments

Popular posts from this blog

Like a Dragon: Ishin! - A fascinating period piece

Castlevania Nocturne Season 2 - The importance of Healing

Videogames of my life - Super Mario World + All Stars